"La nave è ormai in mano al cuoco di bordo, ciò che
trasmette il megafono del comandante non è più la rotta ma ciò che mangeremo
domani"
Kierkegaard
scrisse queste parole nel suo diario in pieno Ottocento, eppure sembrano
quantomai attuali, descrivono infatti molto bene l’epoca disorientata e
relativista in cui viviamo.
Oggi più
di ieri si è perso il senso della rotta, gli ideali e le sfide che hanno
infiammato le generazioni del secolo scorso sembrano ormai dimenticati,
sostituiti dalle mode superficiali e da una continua tendenza all’effimero, al
benessere e alla vanità.
Se il mondo cade a picco l'importante è non pensarci troppo, l'unica cosa
indispensabile è la distrazione, panem et circenses!
E' stato quanto mai paradigmatico l'invito del
presidente statunitense George Bush, l'indomani dell'attentato alle Torri
Gemelle: "State tranquilli, è tutto sotto controllo, RITORNATE A
FARE SHOPPING".
Cosa
scuote i giovani oggi? Cosa parla ai loro cuori?
Cosa è
capace di motivarli nel profondo?
Certo la
situazione di forte crisi politica, economica, morale e sociale contribuisce ad
alimentare la sfiducia e il senso di smarrimento verso un avvenire che si
prospetta sempre più incerto e scoraggiante.
Allora
non c’è da meravigliarsi se una volta persa la bussola, l’unico diversivo per
non pensare ad un futuro che ci spaventa, sia preoccuparci della nostra pancia,
ascoltando il menù del giorno che il cuoco di turno propone.
L’indifferenza
è il frutto più grave di questa inquietante panoramica perchè anestetizzando il
nostro male di vivere non ci permette di sentire l’urgenza di una risposta alla
mancanza di senso e di sapore della nostra vita.
E come se
avessimo un forte dolore ad un dente e decidessimo di prendere
un'antidolorifico invece di andare dal dentista per farci curare e risolvere il
problema; certo,
inizialmente il dolore sembrerebbe passare ma sarebbe solo un'illusione, una volta
terminato l’effetto dell’ anestetico il dolore tornerebbe a farsi sentire
più forte di prima. Cosa faremo allora, rimanderemo ancora il problema
prendendoci una doppia dose di antidolorifico o decideremo di affrontare la
cura?
Due mesi
fa, un amico artista, Giorgio Montez, mi ha invitato a partecipare ad una
performance a Piazza del Popolo.
L'idea
era quella di ricreare il celebre affresco di Raffaello "La Scuola di
Atene", con i protagonisti dell’arte giovane del panorama Romano.
Ci siamo
disposti sulla scalinata di Santa Maria del Popolo come gli artisti i filosofi
e gli scienziati dell’antichità dipinti dal grande maestro.
La
performance “La Scuola di Roma” è stata la nostra risposta alla crisi dei
valori; Nonostante
tutto continuiamo a credere nella cultura, nell'arte e nella Bellezza!
Non
dobbiamo permetterci di spegnere quella sana inquietudine che spinge l’uomo a
non accontentarsi, a cercare il sapore e il senso!
Per ogni
indifferente c'è un poeta che ha fallito!
La
Bellezza salverà il mondo e noi salveremo la Bellezza!
Peppino Impastato
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