COMUNICATO STAMPA
Mostra di Pittura:
LA DIVINA SOMIGLIANZA
di FRANCESCO ASTIASO GARCIA
INAUGURAZIONE : Venerdì 8 Maggio – Ore 18.00
APERTURA MOSTRA : dall’ 8 al 31 Maggio
Galleria IPSAR,
Via dei Portoghesi, 6 - 00186 ROMA
Per vedere l'Anteprima della mostra Clicca Qui : www.francescoastiaso.com
LA DIVINA SOMIGLIANZA
“Che cos’è l’uomo perché te ne curi, il figlio dell’ uomo perché te ne dia pensiero?
Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato.”
Il Salmo 8 testimonia a pieno la grandezza della creatura umana e lascia intuire la
destinazione gloriosa che lo attende. Ogni uomo porta in se l’ eternità.
Quando scopriamo la nostra divina somiglianza si aprono per noi le porte del cielo, si
risveglia il nostro rapporto con l’infinito, intuiamo l’ altezza della dignità umana e
diveniamo partecipi della nostra vocazione celeste.
Sono affascinato dalle profondità spirituali dell’ uomo, dagli abissi della sua anima,
da tutto ciò che nell’ uomo è invisibile agli occhi dell’ uomo.
Ho cercato sempre la maniera di rappresentare la figura umana in modo da fissarne
sulla tela l’essenza spirituale e rendere visibile l’ invisibile presenza del divino.
Mistero e Fede sono per me fondamenti di una ricerca artistica che si attua nel
quotidiano e si realizza con ogni mezzo espressivo contemporaneo.
Per dipingere un ritratto occorre saper leggere negli occhi delle persone, occorre
spogliare l' anima, un ritratto è un paesaggio, il paesaggio dell' anima della persona
dipinta. Non si può dipingere un ritratto senza aver amato, senza aver sofferto,
senza aver vissuto, sarebbe come scrivere la biografia di un uomo che non abbiamo
conosciuto o disegnare la mappa di un luogo che non abbiamo visitato.
La bellezza passa, è fuggitiva, ma l' uomo è molto di più di un corpo che invecchia, si
ammala e muore, è molto di più di una presenza estetica, ed per questo che come
disse El Greco : “Desidero dipingere le anime più che i corpi”.
Non si può parlare di un occhio limitandoci a descrivere l' iride,
la retina e la pupilla senza parlare della vista.
Così non si può parlare di un uomo e del suo corpo,
senza parlare anche della sua anima.
C' è un vecchio proverbio amerindo che dice:
Se a un uccello tagli il becco, le piume e gli artigli non rimane niente, se a un uomo
tagli le braccia, le gambe e le mani rimane sempre un uomo.
Come fare attraverso la pittura a rendere presente l' eternità, la presenza dell' anima
nell' uomo?
Il mio linguaggio estetico è un tentativo.
La sfida è grande, rivelare l' uomo come un' unità di corpo e spirito, luogo d’incontro
tra la natura celeste e la natura terrena.
La pittura mi permette di portare lo spettatore verso una dimensione più profonda
creando ponti tra i canoni della bellezza classica e le avanguardie della pittura del
nostro tempo. Intendo il contemporaneo come una sintesi tra modernità e tradizione.
Diceva Modigliani: “la modernità è un gran mistero, accoppiata a ciò che fu gravida
di ciò che sarà”.
Cerco volti trasparenti quasi eterei che lascino trasalire la pienezza della loro
presenza, cerco un equilibrio tra il nascondere e il rivelare che conferisca al ritratto
fragilità e leggerezza nel tentativo di cogliere l’ autentica Bellezza.
La Bellezza è la porta attraverso la quale entriamo nella contemplazione del Mistero,
nella contemplazione di Dio, della meraviglia della vita, del senso ultimo dell' esistenza,
poichè non c' è luna che possa brillare senza sole, anche qualora ne
ignorasse o negasse l' esistenza.
Perciò fare Arte significa mostrare Dio in ogni cosa!
Questa mostra è una celebrazione dell’ uomo e della sua bellezza, forse abbiamo gli
occhi annebbiati e non vediamo più la meraviglia dell’ uomo.
Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del
sole non brilla.
Il poeta Gilber Keith Chesterton disse: "La dignità dell' artista stà nel suo dovere di
tenere vivo il senso della meraviglia del mondo. Il mondo non perirà per mancanza di
meraviglie, il mondo perirà per mancanza di meraviglia!"
La vera iconoclastia è tutto ciò che distrugge nell’ uomo la divina somiglianza.
Il mondo ha bisogno di Bellezza per non cedere alla disperazione.
In fin dei conti, l' arte desidera rispondere agli aneliti più profondi del cuore e
favorire il ricongiungimento tra la nostalgia della divina somiglianza, che ogni uomo
sente, e il mondo effettivo dove abitiamo, in cui spesso e volentieri mancano verità,
bellezza e bontà.
L' animo umano è abitato dal desiderio di trascendere tutti i limiti, la bellezza è
fragile custode di questo insopprimibile anelito.
Francesco Astiaso Garcia
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