"...Sul mondo: non si creda di giovargli assumendone i pensieri, i costumi, i gusti,
ma studiandolo, amandolo, servendolo."
Mi sono sentito chiamato in prima persona a fuggire da una parte l'ipocrisia del rispetto umano e del politicamente corretto, e dall'altra l'aggressività di chi si sente il dententore della verità assoluta e si pone come giudice di chiunque la pensi in maniera diversa.
Certamente la sfida è grande perchè non è facile trovare un giusto equilibrio.
Dal mio modesto punto di vista credo che tra i due estremi, sicuramente sbagliati, oggi ci sia la tendenza a sbagliare più per omissione che per aggressività.
Vedo un grigiore che dilaga, "l'ideologia della neutralità che tutto equipara e nulla sopporta di stonato rispetto al suo indiscutibile dogma dell' antidogmatismo".
E' l' incertezza degli ignavi che spinge a restare fermi, a non prendere posizioni per paura di offendere la sensibilità di qualcuno.
Tutto questo porta ad una progressiva perdita di identità, non solo culturale e spirituale ma anche semplicemente umana. Per qualcuno potrebbe sembrare antidemocratico ma le cose fondamentali della nostra vita non sono frutto di una scelta. Non scegliamo il luogo dove nascere nè i genitori da cui nascere, non scegliamo le doti naturali con le quali veniamo al mondo. Senza gli altri, senza il contesto nel quale ognuno di noi è collocato, non si può essere liberi.
E' facile scambiare il rispetto con l'omertà, l'apertura con il buonismo, la tolleranza con un permissivismo che non porta da nessuna parte...quanta ipocrisia si nasconde dietro al perbenismo, al nuovo clericalismo laico fondato sul vangelo del pensiero "politicamente corretto"!
E allora, cerchiamo il coraggio di schierarci, di prendere posizione, di difendere i valori in cui crediamo, con semplicità, con fermezza, con amore.
Io sono un pittore e so bene che l'armonia non si trova nell'assenza di contrasti, si trova invece nell' equilibrio di contrasti.
Trovare questo equilibrio è un'arte perchè l'arte è relazione.
Quando dipingo mi rendo conto di quanto sia difficile armonizzare i colori, le linee e le forme della pittura; Se manca armonia il quadro è un caos senza bellezza, ogni elemento cerca di sopraffare l' altro, i colori si disturbano vicendevolmente.
Quando invece riesco ad armonizzare i contrasti, ogni colore, mantenendo la propria identità, canta la meraviglia dell' altro, tutte le linea e tutte le forme si valorizzano reciprocamente e così appare la Bellezza!
Chi è l'artista nel nostro immaginario collettivo? L'artista è colui che esce dagli schemi, colui che sa liberarsi dal peso della cultura dominante, che sa vivere in proprio rompendo con tutte le convenzioni, le ipocrisie, le gabbie di normalità che gravano come macigni su tutte le società. Quali sono allora, mi chiedo, gli schemi che devo rompere, quali le convenzioni e le gabbie di normalità da cui mi devo affrancare per rimanere libero come artista?
Dobbiamo fuggire da ogni forma di preconcetto o ideologia, altrimenti anche le buone battaglie rischiano di essere strumentalizzate, la bellezza presuppone sempre una visione d'insieme, a tal proposito ho apprezzato molto le parole del Cardinal Gualtiero Bassetti: "Non ci si schiera credibilmente accanto al malato terminale se non si ha a cuore il destino del migrante...Non è in alcun modo giustificabile chiudere gli occhi su un aspetto e considerare una parte come il tutto. Un bambino nel grembo materno e un clochard, un migrante e una schiava della prostituzione hanno la stessa necessità di essere difesi nella loro incalpestabile dignità personale. E di essere liberati dalla schiavitu' del commercio del corpo umano, dal l'affermazione di una tecnoscienza pervasiva e dalla diffusione di una mentalità nichilista e consumista."
Cercare la Bellezza dovrebbe essere il compito di ogni uomo, non solo degli artisti.
Se difendere la vita e la Bellezza significa dissentire da ideologie varie, manifestiamo il nostro dissenso, senza paura, senza vergogna, con semplicità, con fermezza, con amore;
Non si può amare avendo paura del conflitto. Perchè tanta paura delle differenze? Siamo ossessionati dalla negazione della differenza nel nome dell'uniformità e dell'allineamento ad un pensiero medio collettivo.
Oggi, nel 2018, ci troviamo difronte ad un nuovo tipo di discriminazione, non più la discriminazione per il colore della pelle ma la discriminazione per il colore delle idee, qualora non coincidano con il colore arcobaleno; siamo giunti al paradosso dell'intolleranza permissiva, caratterizzata da un permissivismo estremo, ma guai a chi non accetta il nuovo comandamento della liberazione e della contestazione di ogni norma e di ogni vincolo morale.
E' facile riconoscere un'ideologia; nonostante tanti cuoricini e arcobaleni non può sopportare chi non la condivide, l' ideologia è educata ma intollerante, rispettosa ma intransigente, democratica ma impositiva. Ma come può la tolleranza mostrarsi allergica alla differenza di opinioni?
Questa è in fondo la pericolosissima eredità dell'illuminismo di Voltaire, riassunto molto bene dal suo motto: «La libertà per tutti, ma non per i nemici della libertà».
Il filosofo austriaco Karl Popper centra il punto:"La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi".
Tutti hanno diritto all'ipocrisia, ma passare dal diritto all' ipocrisia all'ipocrisia dei diritti è una forzatura che come artista non posso tacere:
Com'è possibile che la persona che ha emesso un regolamento che vieta di separare i gattini cuccioli dalla mamma gatta prima di sessanta giorni, sia la stessa persona che lotta accanitamente per l'utero in affitto che separa il bambino dalla mamma subito dopo il parto!!
Aprire la porta alla compravendita di materiale genetico e all'utero in affitto, il diritto negato al bambino di avere un padre e una madre per soddisfare i desideri di chi reclama di poterlo comprare sul mercato sono aberrazioni che non c'entrano nulla con il diritto di vivere un rapporto di coppia all' interno del quale siano garantiti i diritti dei partner.
Il vero progresso passa sempre per la difesa e tutela dei più piccoli, non si può rinunciare a lottare in difesa della vita in nome del "dialogo ad ogni costo". Il nostro mondo utilitarista, se non facciamo qualcosa, scarterà un giorno anche noi, per tutti arriva il momento di chiedere di chiedere di essere amati e salvati nella propria inutile debolezza.
I nostri tempi hanno bisogno di cuori ardenti e spiriti vivi per non cedere alla tiepidezza!
Per concludere condivido con voi uno scritto meraviglioso di Giovanni Paolo II, un invito a non rimanere seduti, un invito ad alzarsi in piedi!
Giovanni Paolo II: We will stand up
Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana è minacciata.
Quando il carattere sacro della vita prima della nascita viene attaccato, noi ci alzeremo in piedi per proclamare che nessuno ha il diritto di distruggere la vita prima della nascita.Quando si parla di un bambino come un peso o lo si considera come mezzo per soddisfare un bisogno emozionale, noi interverremo per insistere che ogni bambino è dono unico e irripetibile di Dio, che ha diritto ad una famiglia unita nell’amore.Quando l’istituzione del matrimonio è abbandonata all’egoismo umano e ridotta ad un accordo temporaneo e condizionale che si può rescindere facilmente, noi ci alzeremo in piedi affermando l’indissolubilità del vincolo matrimoniale.Quando il valore della famiglia è minacciato da pressioni sociali ed economiche, noi ci alzeremo in piedi riaffermando che la famiglia è necessaria non solo per il bene privato di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società, nazione e stato.Quando poi la libertà viene usata per dominare i deboli, per sperperare le ricchezze naturali e l’energia, e per negare agli uomini le necessità essenziali, noi ci alzeremo in piedi per riaffermare i principi della giustizia e dell’amore sociale.Quando i malati, gli anziani o i moribondi sono abbandonati, noi ci alzeremo in piedi proclamando che essi sono degni di amore, di sollecitudine e di rispetto.(Giovanni Paolo II, Omelia a Washington, Capitol Mall, 7 ottobre 1979)
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