Coinquilini del mondo (foto scattata in Bolivia nel 2009) |
Sono nato in una famiglia cattolica e sin da bambino i miei genitori mi hanno trasmesso la fede in Gesù Cristo e nella Chiesa. Durante la mia giovinezza mi sono interrogato spesso sul senso della fede e dell'appartenenza cristiana. Crescendo ho avuto la possibilità di viaggiare e di conoscere tante persone di altre religioni; quante volte ho pensato: Se fossi nato qui, al posto loro, sarei sicuramente mussulmano o induista... chissà cosa penserei dei cristiani?
Ho studiato poi all'Accademia delle Belle Arti, a Roma e a Parigi in un'ambiente per lo più ateo, anarchico ed esistenzialista. La maggior parte degli amici e delle ragazze che ho avuto erano totalmente indifferenti alla Chiesa e alla fede cristiana; il confronto con loro mi ha aiutato a non irrigidirmi dietro a dogmatismi e a mettere in discussione le mie sicurezze, le mie certezze, le mie convinzioni.
Voglio
raccontarvi di Marion, una ragazza francese non battezzata, che ho frequentato
per alcuni mesi; Lei era molto lontana dalla fede e particolarmente scettica
nei confronti di tutte le gerarchie religiose.
Al contempo brillava di una sincera umanità, così genuina e senza sforzo, da costituire per me un esempio e un modello. Mi colpiva la sua profonda sensibilità sociale, la sua generosità e disponibilità verso tutti, soprattutto verso gli ultimi, ammiravo la sua capacità di partecipare al dolore degli altri, di vincere l'indifferenza, i pregiudizi, le barriere e le distanze.
Quante
volte parlando con lei della mia fede e del Vangelo le ho detto:
"Sono
un grande egoista, tu sei molto più cristiana di me, anche se non lo sai
ancora".
Non lo dicevo per compiacerla, né tantomeno per un buonismo qualunquista e relativista, lo dicevo perché ne ero convinto.
In fondo Cristo non poteva essere più esplicito: "In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio"
Se riduciamo la fede a un imparaticcio di usanze e costumi la nostra vita non cambia, e diamo scandalo. Per questo alcuni religiosi invece di attrarre le persone a Dio, le allontanano confondendole ulteriormente. Anche io come cristiano sento questa responsabilità.
Era
evidente per me che la grazia di Dio opera negli uomini di buona volontà,
orientati al bene e alla giustizia, anche se non vanno in Chiesa, anche se non
chiamano Dio, Padre.
L'essere umano per impulso naturale scruta la verità, questa è una realtà che lo dispone all'incontro con la Trascendenza stessa.
A volte mi risultava difficile capire chi avesse difficoltà a concepire un influsso operante della grazia anche all’interno di altre culture e tradizioni religiose e tante volte non nascondo di essere stato scandalizzato e di aver preso distanza da alcuni atteggiamenti di credenti cattolici intenti a segnare distanze tra le persone, a creare confini invece di favorire ponti e relazioni.
Poi ho conosciuto la dottrina del "Semina Verbi" che è stata per me di grande consolazione e illuminazione. La dottrina dei Semi del Verbo è stata formulata da San Giustino nel secondo secolo dopo Cristo e poi ulteriormente approfondita da Clemente di Alessandria nel terzo secolo dopo Cristo. Tale dottrina induce Giustino a riconoscere i valori morali e spirituali positivi presenti nelle varie culture e tradizioni religiose al di fuori del cristianesimo, e a vedere in essi i “semi” dell’azione dell’unico Verbo di Dio che prepara gli uomini alla sua piena rivelazione nel mistero di Gesù Cristo, unico salvatore universale e centro della storia salvifica.
Dio ha seminato i Semi del Verbo, ossia delle verità ancora incomplete ma comunque ordinate a Cristo, anche al di fuori della Chiesa cattolica, come per esempio nelle altre religioni, nelle culture ed anche in forme di vita che non sono conformi pienamente alla sua Volontà, ma che comunque contengono delle verità che possono essere sviluppate fino alla loro pienezza cristiana.
L’immagine
del “seme”, utilizzata da San Giustino, è particolarmente felice, perché riesce
ad esprimere l’idea dell’azione diffusa di Dio nel mondo, anche oltre i confini
visibili del cristianesimo.
San Giovanni Paolo II definisce i “semina verbi” come “raggi dell’unica verità”.
Nella
teoria di Giustino è da escludere qualunque tipo di concessione al relativismo
o sincretismo in considerazione dell'affermazione inequivocabile della
superiorità e della completezza di conoscenza, di moralità e disponibilità al
bene, che la fede in Cristo conferisce.
Secondo
Giustino, il Logos è partecipato agli uomini in forme diverse e la sua
manifestazione completa si attua nell’incarnazione del Figlio di Dio, da lui
chiamato "Logos totale", origine della fede cristiana.
Certamente
non basta essere eticamente cristiani per essere cristiani ma il volto
misericordioso di Dio accoglie tutti: i pagani, i piccoli, i peccatori.
Dobbiamo imparare a liberarci dai pregiudizi per capire il loro mondo, comprendere la loro situazione e metterci al loro posto. Il Padre ha pagato lo stesso prezzo per ognuno di noi e senza distinzione ci aspetta tutti con le braccia aperte. Dio è alla ricerca di chi lo cerca per poter rivelare Sé Stesso; tutti coloro che ardono di vedere Dio prima o poi, in questa vita, saranno accontentati.
Queste
considerazioni ci aiutano a giungere ad una comprensione, più profonda e libera
da preconcetti, dell'ultima meravigliosa esortazione apostolica di Papa
Francesco, Amoris Laetitia: una parola chiara della Chiesa, fedele al magistero
e allo stesso tempo estremamente sensibile e attenta ai nostri tempi, a mio avviso
un'opera d'arte, una parola che stavo aspettando!
Ma allora perchè tanta resistenza e opposizione, non occorre essere un teologo per capire certe cose.
Papa Francesco siede sul soglio di Pietro, e come Pietro si trova davanti a chiusure e opposizioni; ma il Papa non può limitare il suo interesse alla sorte dei cattolici, il Papa è interessato alla sorte di sette miliardi di esseri umani, ne è fortemente interessato.
Narrano gli Atti degli Apostoli che Pietro, a suo tempo, si è trovato alle prese con incomprensioni ben più grandi di quelli dei recenti Sinodi:
Atti 10, 34-36, 44-45
34 Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, 35 ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. 36 Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti.44 Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. 45 E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo.
Atti 11,1. 17-18
1 Gli
apostoli e i fratelli che stavano nella Giudea vennero a sapere che anche i
pagani avevano accolto la parola di Dio. 2 E quando Pietro salì a Gerusalemme,
i circoncisi lo rimproveravano dicendo: 3 «Sei entrato in casa di uomini non
circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
17 «Se
dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che a noi per aver creduto nel Signore
Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
18
All'udir questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque
anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».
San Paolo stesso, quando Pietro abbandona ed evita i pagani per timore dei circoncisi si oppose a lui a viso aperto:
Gal 2, 11-14
11Ma
quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché
evidentemente aveva torto. 12Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di
Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò
a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. 13E anche gli
altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si
lasciò attirare nella loro ipocrisia. 14Ora quando vidi che non si comportavano
rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti:
"Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei,
come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?"
"In verità sto rendendomi conto che Dio
non fa preferenze di persone, 35 ma chi lo teme e pratica la giustizia, a
qualunque popolo appartenga, è a lui accetto."
Ossia,
non importa da che luogo e da che storia proveniamo o quali tendenze abbiamo, o
quali problemi stiamo vivendo con nostra moglie o nostro marito, il Signore ci
aspetta ed è desideroso di accoglierci e donarci il suo spirito.
In quest’ottica è ancora più chiara la Misericordia di Dio che solo desidera per noi un’esistenza libera, piena di senso che porti frutto, fuori da leggi e moralismi.
Il
capitolo primo del Catechismo della Chiesa Cattolica dice:
ARTICOLO
1IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO
1260 «Cristo
è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola,
quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la
possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero
pasquale».59 Ogni uomo che, pur ignorando il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa,
cerca la verità e compie la volontà di Dio come la conosce, può essere salvato.
È lecito supporre che tali persone avrebbero desiderato esplicitamente il
Battesimo, se ne avessero conosciuta la necessità.
"Lumen
Gentium" 2.16:
"Dio
non e neppure lontano dagli altri che cercano il Dio ignoto nelle ombre e sotto
le immagini, poiché egli dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa (cfr At
1,7,25-26), e come Salvatore vuole che tutti gli uomini si salvino (cfr. 1 Tm
2,4). Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua
Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e coll’aiuto della grazia si
sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il
dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna. Né la divina
Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora
arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza
la grazia divina, di condurre una vita retta. Poiché tutto ciò che di buono e
di vero si trova in loro è ritenuto dalla Chiesa come una preparazione ad
accogliere il Vangelo e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché
abbia finalmente la vita."
Cosa
apporta dunque il Vangelo di fondamentale alla ricerca di verità, autenticità e
felicità di ogni uomo? È molto importante capire l’urgenza di annunciare il
Vangelo ad ogni creatura affinché gli uomini abbiano la vita e ne abbiano in
abbondanza! San Paolo Apostolo nella prima lettera ai Corinzi sottolinea con
ardore la necessità di dialogare con tutti al fine di annunciare il Vangelo, la
Buona Notizia: «Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per
guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare
i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma
tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io…Non è infatti per
me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non
predicassi il vangelo! »-
Marco
16, 15-16: «Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo
ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà
sarà condannato”».
Sono pienamente d'accordo con te caro Francesco. Anche io mettendo da parte schemi e paure ho "viaggiato" fuori del Cristianesimo in particolare nel mondo della filosofia buddista scoprendo cose stupende che tra l'altro potrebbero essere di grande aiuto per vivere una vita cristiana
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