Trascrizione della presentazione della mostra in occasione dell’evento:
“Che ne faremo di Venere?”
Buonasera a
tutti,
dovrei dire
qualcosa sulla bellezza delle donne vista dagli occhi di uomo e artista.
Nella locandina che presenta questo evento viene
posta una domanda precisa: “la bellezza salverà il mondo Ma la bellezza
salverà la donna?”
Personalmente
sono convinto che la donna sia chiamata in
modo del tutto speciale a salvare la bellezza, e salvando la bellezza salverà
il mondo.
Essendo strumento
privilegiato di fioritura della bellezza per se stessa e per gli altri, la
donna occupa un posto unico ed insostituibile.
Solo
salvando se stesse però le donne
salveranno il mondo.
Ma cosa
significa salvare la bellezza, cos’è la bellezza, come le donne possono salvare se stesse?
Innanzitutto conservando la pienezza della propria
identità femminile, siamo ossessionati dalla negazione della differenza nel
nome dell’uniformità, dell’allineamento, dell’uguaglianza ma la bellezza non è
altro che relazione, giusto equilibro di contrari, di questo ha sete l’uomo di
oggi.
Tutti gli
artisti sanno bene che l’armonia non si trova nell’assenza di contrasti, si
trova invece nell’equilibrio di contrasti, la bellezza è unità nella
differenza.
Il desiderio
di bellezza in fondo è anelito di unità. Questa unità è reale quando ciascun
essere svolge la funzione che gli è propria, quando può dare ciò che è al
mondo.
Giovanni
Paolo II amava ripetere: “Siate quello
che dovete essere e metterete fuoco nel mondo.”
L’unità esige
paradossalmente la differenza.
Quando
dipingo mi rendo conto di quanto sia difficile armonizzare i colori, le linee e
le forme della pittura; Se manca armonia il quadro è un caos senza bellezza,
ogni elemento cerca di sopraffare l’altro, i colori si disturbano
vicendevolmente.
Quando invece
riesco ad armonizzare i contrasti, ogni colore, mantenendo la propria identità,
canta la meraviglia dell’altro, tutte le linee e tutte le forme si valorizzano
reciprocamente e cosi appare la bellezza, esattamente come in natura.
Dice il Siracide:
"15Voglio ricordare le opere del Signore
e proclamare quello che ho visto.
Con la sua parola il Signore ha creato il
mondo.
Dice il Siracide:
"15Voglio ricordare le opere del Signore
e proclamare quello che ho visto.
Con la sua parola il Signore ha creato il
mondo.
24Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all'altra,
egli non ha fatto nulla d'incompleto.
25L'una conferma i pregi dell'altra:
chi si sazierà di contemplare la sua gloria?"
egli non ha fatto nulla d'incompleto.
25L'una conferma i pregi dell'altra:
chi si sazierà di contemplare la sua gloria?"
Ma ritorniamo alla bellezza delle donne, cosa contraddistingue veramente una donna?
Mi piace
moltissimo una definizione del Fausto di Goethe che dice: “ Tutto ciò che passa non è che un simbolo,
l’eterno femminino ci trae in alto accanto a se”
Per Goethe
l’essenza della femminilità è nella sua capacità di portarci in alto, di
spostare gli orizzonti dell’umanità nel verticale … la donna porta in se la
matrice della vita e la vita di ogni uomo è eterna, per questo è molto bella
l’associazione tra il femminile e l’eternità.
La donna è il
tramite del mistero della vita, è la porta dell’invisibile, è grande la fiducia
che Dio ha riposto in lei quando le ha affidato la responsabilità di portare la
vita nel suo grembo e di partecipare con il creatore alla cura particolare dei
figli.
Forse per
questo immagino Dio, non tanto come una donna, ma come un’espressione della
dimensione femminile di accoglienza e di cura dei figli.
Quando parliamo di eterno femminino
parliamo delle peculiarità eterne ed immutabili del fascino femminile, dell’ essenza della sua anima, delle
caratteristiche che la distinguono nel comportamento, nell’ animo e nel
gusto, oltre la moda ed il costume.
Se penso alle
qualità tipiche della donna, mi vengono
subito in mente: dolcezza, fortezza, tenerezza e
grazia, cioè armonia di corpo e spirito. In quest’armonia risiede la bellezza
della donna, la bellezza che salva.
E’
urgente approfondire il tema della bellezza perché ci troviamo di fronte ad una
diffusa banalizzazione della donna costretta a confrontarsi con le modelle di
Valentino, con le veline di turno, riviste, televisione e cartelloni che ci
propongono costantemente una bellezza stereotipata che deve stare nei
centimetri.
Questa
bellezza passa fugacemente, ma la bellezza della donna va molto oltre l’ideale
90-60-90 che ci propone la pubblicità di “intimissimi”.
In
un’intervista recente il Dalai Lama ha detto: “Questa è
l’epoca in cui si mette tutto in mostra alla finestra per occultare il vuoto
della stanza“…La sapienza orientale!
Il
problema dunque non è tanto cosa si metta in mostra alla finestra quanto il
contenuto della stanza.
quanta poesia inespressa ci portiamo dentro?
Non credere nella grandezza della propria anima, questo è l' ateismo.
L' ateo riduce tutto ad un' esistenza fisiologica. Tuttavia ogni ateo o pagano, per quanto voglia far credere il contrario, cerca qualcosa di più. Non c' è luna che possa brillare senza sole, anche qualora ne ignorasse l' esistenza.
Il bisogno fondamentale dell' uomo è la bellezza;
La donna ha una sua dimensione
corporea e fisica e una sua dimensione psichica e spirituale; Non si può parlare di un occhio limitandoci a
descrivere l’ iride, la retina e la pupilla senza parlare della
vista ;così non si può parlare di una donna e del suo corpo, senza parlare
anche del femminino,
Da anni cerco la maniera di rappresentare la donna
in modo da fissarne sulla tela l’essenza spirituale e rendere
visibile l’ invisibile presenza del divino, nel tentativo di cogliere qualcosa che va
al di la del fisico senza prescindere da esso.
Come fare attraverso la pittura a rendere visibile la bellezza che non
passa, l'eternità, il mondo interiore della donna? Come definire
questa bellezza che non perisce?
Sant’ Agostino ne da una definizione
meravigliosa:
Cosa ci attrae e ci avvince agli oggetti del nostro amore?
Che significa vedere nell' intimo?
Significa vedere ciò che non è colore, che non è suono, che non è
odore, che non è sapore, e neppure calore, o freddo, o morbidezza, o
durezza...
Ciò che il luogo non circoscrive e risuona, ciò che il tempo non
porta via e profuma, ciò che il vento non disperde e ha sapore, ciò
che la voracità non fa diminuire e rimane stretto nell' amplesso,
ciò che la sazietà non respinge.
Non appare forse a tutti questa bellezza?
…e allora perchè non parla a tutti egualmente?”
Ecco il
punto, perché la bellezza non parla a tutti ugualmente?
Perché per
vedere la bellezza in senso pieno occorre l’amore,
l’amore
rivela una nuova dimensione del vedere.
I latini
dicevano “Ubi amor, Ibi oculus”, dove
c’è l’amore, lì ci sono anche gli occhi per vedere.
SANTA TERESA SFIDA gli artisti:
“De tal
suerte pudo amor,
alma, en mí te retratar,
que ningún sabio pintor
supiera con tal primor
tal imagen estampar”
alma, en mí te retratar,
que ningún sabio pintor
supiera con tal primor
tal imagen estampar”
Semplificando potremmo tradurre così il senso di
questi versi:
“L’amore ha impresso nella mia anima un’immagine di
te Altissimo, così bella, che nessun
pittore, per quanto sapiente, sarebbe capace di rappresentare”.
La sfida è grande, rivelare il femminile
come un' unità di corpo e spirito, luogo d’incontro tra la natura celeste
e la natura terrena.
La pittura mi permette di portare lo
spettatore verso una dimensione più profonda cercando una sintesi tra la
modernità e la tradizione, tra i canoni della bellezza classica e le
avanguardie della pittura del nostro tempo.
Per mezzo del disegno e della forma
cerco la rappresentazione anatomica della donna e attraverso la pittura
astratta ed informale cerco la fisiognomica, i moti dell’ animo, il suo mondo
interiore.
I volti che dipingo sono trasparenti quasi
eterei, cerco un equilibrio tra il nascondere e il rivelare che
conferisca al ritratto fragilità e leggerezza.
L’ evanescenza è il simbolo dell’
irraggiungibile, dell’eterno.
Questa mostra è una
celebrazione della donna, un viaggio per scoprire insieme e approfondire la sua bellezza, la sua grazia, il suo mistero.
Il mondo ha bisogno di voi donne per non
cedere alla disperazione.
Dopo questa mostra, ciascuno tornando a
casa, facendo sue le parole del poeta Gibran, potrà dire alla propria donna
amata:
"Gli altri uomini vedono in te una bellezza che
dileguerà più veloce dei loro anni.
Ma io vedo in te
una bellezza che non svanirà, e nell' autunno dei tuoi giorni quella bellezza
non avrà timore di guardarsi nello specchio, e non ne riceverà offesa.
Solo io amo in
te ciò che non si vede." (Khalil
Gibran)
Dipinti presenti in mostra
Tavola rotonda sulla bellezza della donna
modera:Elisa Calessi
intervengono:
Costanza Miriano, Marta Rodriguez, Myriam Conti
Come sei bella, amica mia,
come sei bella!
I tuoi occhi sono di
colomba. I tuoi capelli sono fili di porpora:
tra le sue trecce si è
impigliato un re.
I tuoi denti sono come un
gregge di pecore
che salgono dal bagno prima
della tosa.
Le tue labbra sono come un
nastro scarlatto e una delizia è la tua bocca.
Il tuo collo è come la torre
d' avorio,
i tuoi occhi sono come i
laghetti di Chesbon.
I tuoi seni sono come due
cerbiatti, gemelli di gazzella,
che pascolano tra i fiori di
loto.
Le curve dei tuoi fianchi
sono come monili fatti da mano d' artista.
Tutta bella tu sei amica
mia, non c' è macchia in te!!
Sorella mia e sposa; è dolce
più del vino il tuo amore,
più fragranti di ogni aroma
i tuoi profumi.
Stilla nettare dalle tua
labbra o sposa;
Alzati, vento astro e vieni;
soffia nel mio giardino e
fanne spandere i profumi.
Mangiate, amici, bevete;
ubriacatevi d' amore!
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