Chi di noi non fa distinzione tra le persone, chi di noi non offre ai ricchi e ai potenti considerazioni speciali e sfugge spesso con fastidio e disapprovazione i poveri e i piccoli? Oh se guardassimo gli uomini con gli occhi di Dio, non solo cambieremo il nostro sguardo ma probabilmente ribalteremo completamente le nostre priorità e considerazioni!
Cosa significa vedere l’uomo con gli occhi di Dio, chi può pretendere di leggere il mondo e la realtà che ci circonda dal Suo punto di vista? Eppure qualche cosa sappiamo dello sguardo di Dio.
Nel catino absidale della Chiesa di Sant'Ignazio a Roma, Andrea Pozzo nel 1685 rappresentata “La Gloria di S. Ignazio”; il grande Santo missionario è sostenuto e circondato da angeli osannanti ma la sua attenzione è rivolta altrove.
Andrea Pozzo sicuramente si ispira alla composizione del dipinto “La Scuola di Atene” di Raffaello, lo schema prospettico e compositivo è in effetti molto simile, l'artista gesuita compie però una scelta sorprendente e rivoluzionaria: nelle scalinate del tempio, sostituisce i grandi sapienti della storia con i più poveri e i più umili.
I protagonisti dell’affresco non sono più gli artisti, i filosofi e i pensatori, sono piuttosto gli appestati, i reietti, gli scartati dalla società e dal mondo, vanto, onore e gloria di Sant'Ignazio, quelli che Sant'Agostino definiva i banchieri di Dio.
Il messaggio è potentissimo e si lega al cuore del Vangelo. Nel Salmo 117 leggiamo:
“La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra angolare, ecco l’opera del Signore, una meraviglia ai nostri occhi”.
Andrea Pozzo ci consegna una catechesi dipinta, una vera e propria teofania, e ci affida un messaggio: Ciò che ci insegnano i poveri è più importante di ciò che possiamo imparare dai sapienti; la docenza degli ultimi è più grande della docenza dei dotti.
La facoltà dell'anima di conoscere il Vero, attraverso la scienza e la filosofia che abbiamo osservato nel dipinto “La Scuola di Atene” di Raffaello vieni qui rimpiazzata dallo scandalo della Croce rappresentato dai prediletti di Dio.
Raffaello dipinge le arti liberali come la via maestra per raggiungere la conoscenza e la verità, Andrea Pozzo dipinge la carità, la cura e l’amore verso i piccoli come la strada stretta verso la pienezza di Dio e verso il cielo.
La cultura non salva
l'uomo! L'umanesimo occidentale non ha impedito gli
orrori di Auschwitz, non erano barbari quelli che ordinarono la Shoah, ma
illuministi che avevano raccolto decine di Nobel. Significative a tal proposito
le parole del saggista George Steiner:
"Noi sappiamo che un uomo può leggere
Goethe o Rilke la sera, che può suonare Bach e Schubert, e andare a fare la sua
giornata di lavoro ad Auschwitz la mattina".
Agli occhi di Dio nessuno è poco importante, anzi, ciò che abitualmente consideriamo di poco valore, ai suoi occhi è ancora più prezioso.
Ha scritto il Beato Oscar Romero:
"Se vedessimo che è Cristo, l'uomo bisognoso, l'uomo torturato, l'uomo prigioniero, l'uomo ucciso, Lui in ogni persona umana calpestata così indegnamente lungo le nostre strade, vedremmo in questo Cristo calpestato una moneta d'oro che si raccoglie con cura e si bacia, né certo ci vergogneremmo di Lui".
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