L’UCAI E LA MOSTRA D’ARTE PIÙ GRANDE DI SEMPRE
Giò MONTEZ e Francesco ASTIASO GARCIA |
Con l’obiettivo di conquistare il Guinness World Record e reagire all’isolamento causato dalla pandemia mondiale, 1500 artisti da tutto il mondo hanno risposto all’appello lanciato da Gio Montez per partecipare all’esposizione collettiva d’arte più grande di sempre, allestita a Roma presso l'Atelier Montez: in mostra 45.000 opere realizzate dagli artisti di cinque continenti durante i mesi di confinamento forzato.
La mostra coinvolge transnazionalmente tutti coloro che stanno affrontando l'emergenza di una forte emarginazione sociale e di una dura crisi economica causate dalla pandemia Covid-19. In un mondo dove tornano a farsi sentire insistenti e aggressive le varie propagande populiste e nazionaliste, l’arte rappresenta un potente mezzo di verità e di anti-propaganda che unisce gli uomini, abbattendo frontiere, confini e pregiudizi!
Pochi giorni fa, invitato dal curatore Giorgio Montez, ho potuto vedere in anteprima l’allestimento in corso della grande mostra: il colpo d’occhio è commovente!!! La cosa più bella è che continuano ad arrivare pacchi con le opere da ogni angolo del globo.
Vedere esposte insieme così tante opere realizzate da artisti provenienti da culture e visioni del mondo diverse, che continuano a condividere però sofferenza e precarietà causate dalla stessa pandemia, e propongono una loro riflessione poetica ed esistenziale, trascende il valore stesso dell’arte e ci avvicina ad una verità ed una bellezza che va ben oltre la cultura.
Sono fiero di far parte di questo evento epocale, un vero e proprio tsunami che non si limita a rivendicare l’importanza dell’arte contemporanea in tempi di crisi, ma restituisce all’arte il suo valore culturale e spirituale più alto, quello di unire i cuori e i popoli nell’ammirazione e nella ricerca di senso!
L’arte costituisce un linguaggio universale e condiviso, perciò riveste un ruolo di fondamentale importanza nel favorire la sintonia tra persone e comunità di provenienze anche molto differenti. Siamo tutti chiamati ad armonizzare le peculiarità dei vari popoli e Stati per edificare un mondo di giustizia e di pace consapevoli del volto pluriforme della bellezza. Le differenze possono essere luogo d’incontro e non di esclusione, l’armonia esige le differenze, la bellezza è unità nella differenza.
ALLESTIMENTO IN CORSO |
In un contesto culturale contraddistinto da derive fondamentaliste, è oggi, quanto mai attuale e vivo, l’invito che il 14 ottobre del 1986 San Giovanni Paolo II rivolse all’Unione Cattolica Artisti Italiani (U.C.A.I.): “Auspico che la vostra arte contribuisca a celebrare la fraternità che unisce gli uomini e li raccolga in una sorta di ecumenismo culturale, il quale superi tutte le frontiere, le differenze e le divisioni. Vi esorto, altresì, a comunicare all’uomo contemporaneo la speranza che non muore “.
E' per questo che anche l'Unione Cattolica Artisti Italiani ha voluto farsi partner e sostenitrice di questo grande progetto. Il nostro è un sodalizio d'intenti che nasce dal basso e si rivolge a tutti coloro che vorranno aderire sostenendo il nostro progetto e condividendo con noi i valori democratici universali.
La Crisi attuale ci spinge a ripensare la vita, il mondo e quindi l’arte; la pandemia sta cambiando il volto del mondo e inevitabilmente l’arte cambierà insieme a noi. Il settore cultura non ha beneficiato di aiuti concreti da parte dei governi nazionali, sostanzialmente più impegnati a salvare le banche e gli interessi delle grandi multinazionali.
La sofferenza e l’incertezza che segna questo tempo la ritroviamo inevitabilmente nella tavolozza di ogni pittore, nell’inchiostro di ogni scrittore e nello spartito di ogni musicista. L’arte non può separarsi dall’esperienza esistenziale dell’uomo, la storia dell’arte è una storia di uomini, per questo non possiamo avvicinarci ai capolavori pittorici, letterari e musicali, senza avvicinarci anche al vissuto degli artisti che ha accompagnato la creazione delle loro opere!
Dietro alle opere d’arte ci sono le gioie, i dolori degli uomini e dei popoli; dove manca questo sottofondo le forme nascono vuote e sradicate, lì manca anche l’arte; senza la carne della vita, l’arte resterà solo “una remota sensazione di verità, come le alghe ancora odorose di iodio testimoniano del mare”.
La Grande mostra B-Part presso l’Atelier Montez è la testimonianza viva che da questo nuovo ed imprevisto corso della storia, può scaturire una ricerca di senso e di bellezza che porterà ad una nuova fioritura spirituale, ad una rinascita che ci spingerà a maggiore equità e giustizia, prendendo inevitabilmente le distanze dalla superficialità edonista e materialista che ha caratterizzato gli ultimi decenni del panorama artistico mondiale.
L’artista solo è capace di tradurre il dolore in bellezza, trasformando la sofferenza in memoria condivisa. Tanti poeti hanno identificato la vera bellezza con una ferita che diventa feritoia aprendosi all'infinito, all'assoluto e all'eterno.
Quanta verità nelle parole del pensatore inglese Roger Scruton che affermava qualche anno fa: “Molto spesso le più belle opere d’arte emergono proprio dalla desolazione… Il culto della bruttezza e della dissacrazione si afferma oggi in un’epoca di prosperità senza precedenti. Opere brutte vengono prodotte dai figli viziati dello Stato assistenzialistico, persone che non hanno mai dovuto lottare per la sopravvivenza, che non hanno conosciuto la guerra e che sono finite giovanissime in braccio al lusso. Sono il prodotto della ricchezza materiale e dei valori materialistici”.
Per concludere voglio aggiungere solo un GRAZIE all'artista e amico Giorgio Montez per essere stato tanto folle e ostinato da giungere a rendere reale il sogno e concreta l'utopia. Quanto abbiamo bisogno di cuori ardenti e spiriti vivi come il tuo! Questo è il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile!!
E’ ANCORA POSSIBILE PARTECIPARE A QUESTO GRANDE PROGETTO E PRENDERE PARTE ALLA MOSTRA PIU’ GRANDE DI SEMPRE:
per iscriversi seguire questo link: https://montez.it/bepart/
Ogni artista partecipante sarà invitato a realizzare 30 opere di piccolo formato (10 x 10 cm), facilmente realizzabili anche in condizione di lockdown.
“Il sesto giorno - HUMAN'S CREATION” è il nome del mio progetto: ho dipinto 30 quadri che singolarmente rappresentano il cielo, solo una volta composti insieme apparirà la “Creazione dell'Uomo”, una luce divina e spirituale che plasma l'anima e il corpo; ho provato a rappresentare la divina somiglianza, la dignità eterna di ogni essere umano. Specialmente in questi tempi segnati da precarietà e fragilità, non può esserci bellezza se manca la piena consapevolezza del valore inestimabile e della sacralità d’ogni essere umano… siamo fatti di Cielo e destinati al Cielo!
Francesco Astiaso Garcia
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