Sono nato in una famiglia cattolica e sin da bambino i miei genitori mi hanno trasmesso la fede in Gesù Cristo. Durante la mia giovinezza mi sono interrogato spesso sul senso della fede e dell'appartenenza cristiana. Crescendo ho avuto la possibilità di viaggiare tanto e di conoscere persone di altre religioni; quante volte ho pensato: se fossi nato qui, al posto loro, sarei sicuramente mussulmano o induista... chissà cosa penserei dei cristiani? Vedere a Varanasi donne e bambini in ginocchio pregare con profonda devozione, fino alle lacrime, davanti ad una statua con la testa di elefante ha suscitato in me non poche riflessioni.
Ho studiato
poi all'Accademia delle Belle Arti, a Roma e a Parigi in un'ambiente per lo più
ateo, anarchico ed esistenzialista. La maggior parte degli amici e delle
ragazze che ho avuto erano totalmente indifferenti alla chiesa e alla fede
cristiana; il confronto con loro mi ha aiutato a non irrigidirmi dietro a
dogmatismi e a mettere in discussione le mie sicurezze, le mie certezze, le mie
convinzioni.
Per me è
sempre stato evidente che la grazia di Dio opera negli uomini di buona volontà,
orientati al bene e alla giustizia, anche se non vanno in chiesa; mi risultava
difficile capire chi avesse difficoltà a concepire un influsso operante della
grazia anche all’interno di altre culture e tradizioni religiose e tante volte
non nascondo di essere stato scandalizzato da alcuni atteggiamenti di credenti
cattolici intenti a segnare distanze tra le persone usando
addirittura la religione per creare confini e chiusure.
In fondo
Cristo non poteva essere più esplicito: "In verità io vi dico: i
pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio". La
fede cristiana è meravigliosa perché non solo rompe i nostri schemi ma
rimescola tutte le carte: ne sono certo, dopo questa vita ne avremo di
sorprese! Se riduciamo la fede ad un imparaticcio di usanze e costumi la
nostra vita non cambia, e diamo scandalo; anche io come cristiano sento questa
grave responsabilità.
La dottrina
dei "Semina Verbi" formulata da
San Giustino nel secondo secolo dopo Cristo e poi ulteriormente
approfondita da Clemente di Alessandria nel terzo è stata per me di grande consolazione e
illuminazione. Tale dottrina induce Giustino a riconoscere
i valori morali e spirituali positivi presenti nelle varie culture e
tradizioni religiose al di fuori del cristianesimo, e a
vedere in essi i “semi” dell’azione dell’unico Verbo di Dio che
prepara gli uomini alla sua piena rivelazione nel mistero di Gesù Cristo, unico
salvatore universale e centro della storia salvifica.
Dio ha seminato i Semi del Verbo, ossia delle
verità ancora incomplete ma comunque ordinate a Cristo, anche al di fuori della
Chiesa cattolica, come per esempio nelle altre religioni, nelle culture ed
anche in forme di vita che non sono conformi pienamente alla sua Volontà, ma
che comunque contengono delle verità che possono essere sviluppate fino alla
loro pienezza cristiana.
L’immagine del “seme”, utilizzata da San Giustino, è particolarmente felice,
perché riesce ad esprimere l’idea dell’azione diffusa di Dio nel mondo, anche
oltre i confini visibili del cristianesimo.
San
Giovanni Paolo II definisce i “semina verbi” come “raggi dell’unica verità”.
Nella teoria di Giustino è da escludere qualunque tipo di concessione al
relativismo o sincretismo in considerazione dell'affermazione inequivocabile
della superiorità e della completezza di conoscenza, di moralità e
disponibilità al bene, che la fede in Cristo conferisce. L'essere umano per impulso naturale scruta la verità,
questa è una realtà che lo dispone all'incontro con la Trascendenza stessa.
È in
quest'ottica che oggi Papa Francesco ci invita ad avere occhi, mente, mani e cuori
aperti a tutti i fratelli!
Ma allora
perché tanta resistenza e opposizione, non occorre essere un teologo per capire
certe cose. Papa Francesco siede sul soglio
di Pietro, e come Pietro si trova davanti a chiusure e opposizioni; ma il
Papa non può limitare il suo interesse alla sorte dei cattolici, il Papa è
interessato alla sorte di sette miliardi di esseri umani, ne è fortemente
interessato.
Narrano gli Atti degli Apostoli che
anche Pietro, a suo tempo, si è trovato alle prese con incomprensioni e
chiusure: Cosa apporta dunque il Vangelo di fondamentale alla ricerca di verità, autenticità e felicità di ogni uomo? È molto importante capire l'urgenza di annunciare il vangelo ad ogni creatura affinché gli uomini abbiano la vita e ne abbiano in abbondanza! San Paolo Apostolo nella prima lettera ai Corinzi sottolinea con ardore la necessità di dialogare con tutti al fine di annunciare il Vangelo, la Buona Notizia: "Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io...Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo!" Marco 16, 15-16: Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. |
Bello e vero.....Grazie di averlo scritto
RispondiElimina:-)
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