Padre Marco Ivan Rupnik,
socio onorario Ucai, ci affida un augurio di speranza e bellezza per il nuovo
anno: “Siamo chiamati a suscitare voglia e appetito nel mondo per una vita
nuova, e la nostra fede non è altro che accoglienza di questa vita nuova. Dobbiamo
coinvolgere le persone in un desiderio di vita nuova. Una religione moralistica
che si è prosciugata non serve più. Solo se passa attraverso di noi questa vita
di Dio, l’uomo è capace di portare il frutto che rimane. Il Padre è l’unico che
può coprire la distanza che separa l’uomo perduto, peccatore, morto, dal Dio
vivente. L’uomo da solo non può farlo: tale capacità di Dio di raggiungerci è
la stessa identità di Dio verso di noi e verso la creazione, cioè la
misericordia”.
La cappella del Pontificio Seminario Romano Maggiore dipinta da padre Marko Ivan Rupnik e dai suoi collaboratori del Centro Aletti: la parete di destra, dai colori acidi e freddi, raffigura storie bibliche in cui i protagonisti hanno detto “no” al progetto di Dio; la parete di sinistra, dai colori caldi e luminosi, rappresenta, invece, storie in cui l’uomo ha risposto “sì” alle chiamate del Signore; le immagini della parete centrale dietro all’altare, di colore rosso, che circondano il quadro della Madonna della Fiducia, ci ricordano, infine, quanta fecondità, vita e rinascita possano risplendere quando le nostre storie si uniscono all’Amore di Dio, scelgono di prendere parte alla Sua storia e accolgono la relazione con Lui, così come ci ha insegnato Gesù e come ha fatto Maria.
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