L'Inclusione che Esclude: Ipocrisia e Libertà d'Espressione nel Mondo Contemporaneo

 


Si è parlato tanto della parodia dell’ultima cena messa in scena durante l’apertura dei Giochi Olimpici, uno spettacolo grottesco e desacralizzante, ancora più triste se lo pensiamo in relazione al quadro della situazione internazionale odierna.

Personalmente più che l'episodio in se, ciò che reputo inaccettabile è l'inquietante ipocrisia di chi si professa paladino della libertà d'espressione, ma continua a farsi interprete di una "verità" a senso unico, e dico questo proprio da artista, difensore convinto della bellezza delle differenze di pensiero e di credo. La bellezza è relazione, non assenza, bensì equilibrio di contrasti, armonia delle parti.

La Convenzione dei diritti dell'uomo e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea sottolineano la necessità ferma di tutelare il libero pensiero difendendolo da ogni censura o ingerenza ma allo stesso tempo ammettono la possibilità di restrizioni alla libertà d'espressione per garantire la salvaguardia della reputazione altrui, del buon costume e dell'ordine pubblico.

E' evidente che affrontando certi argomenti, ci addentriamo in un terreno scivoloso dai confini molto delicati; per passare dall'astrazione della lettera alla concretezza della storia, ritengo interessante considerare l'applicazione delle Carte sopra citate a due episodi accaduti, in tempi recenti, proprio in Francia.

Il primo è una tragedia nota a tutti: l'attentato terroristico contro la sede del settimanale satirico Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015 a Parigi. La stampa si è stretta intorno ai giornalisti francesi assassinati: "L'attacco alla libertà d'espressione è un attacco alla libertà di tutti poichè la libertà d'espressione è il valore fondante alla base di tutte le democrazie europee". Questo hanno scritto i principali giornali di tutto il mondo; d'altronde si capisce, come non essere indignati di fronte ad un simile scempio! Le parole "io sono Charlie" sono diventate il simbolo della libertà d'espressione. 

Anche il secondo episodio è avvenuto in Francia, mi riferisco alla decisione del Consiglio Superiore per l'audiovisivo di censurare uno spot televisivo, trasmesso in occasione della Giornata mondiale per le persone Down; tale spot, premiato a Cannes e diffuso anche dall'Onu, mostrava alle madri in attesa, che la vita di una persona con sindrome di Down può essere piena e appagante, senza nasconderne le difficoltà. "Cara futura mamma, non avere paura, tuo figlio potrà essere felice come lo sono io" è il messaggio finale rivolto alle gestanti. 

Il Consiglio Superiore per l'audiovisivo ha vietato il filmato motivando così la censura: "indirizzandosi ad una futura madre, sembra avere una finalità ambigua e può non suscitare un'adesione spontanea e consensuale". In altre parole il video è stato censurato perchè può offendere la sensibilità delle donne in dolce attesa di bambini Down, che hanno deciso di abortire o ancora peggio potrebbe condizionarle, influenzando la loro scelta. Un tribunale ha poi confermato questa decisione di censura. 

Dice dunque la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati".

A questo punto è d'obbligo la domanda: La libertà d'espressione è sacra in ogni circostanza o solo quando difende vignette di pessimo gusto che non si limitano ad offendere l'uomo appartenente ad ogni fede ma arrivano ad un macabro scherno delle vittime del terremoto incitando all'odio e al razzismo? (ricordate la vignetta degli spaghetti di Amatrice?) Cos'è la tolleranza, cosa il pluralismo e il rispetto di tutti?

L'interpretazione arbitraria della libertà d'espressione è una forzatura che non si può tacere. Questa è l'eredità ambigua e pericolosa dell'illuminismo di Voltaire, riassunto molto bene dal suo motto: «La libertà per tutti, ma non per i nemici della libertà».

Difendere la vita e la Bellezza significa mostrare le incongruenze dei nostri tempi che confondono l'amore con il buonismo, la libertà con le offese, la tolleranza con il campanilismo. L'armonia presuppone sempre una visione d'insieme; è difficile non conformarsi al pensiero collettivo, fuggire ogni forma di preconcetto o ideologia… la grande sfida del nostro tempo! 

Chi stabilisce cosa sia politicamente corretto e cosa politicamente scorretto? Quale censura è lecita e quale no? Ci troviamo difronte ad un nuovo tipo di discriminazione, non più la discriminazione per il colore della pelle bensì la discriminazione per il colore delle idee.

Il vero progresso passa sempre per la difesa e tutela dei più piccoli, non si può rinunciare a lottare in difesa della bellezza dei più piccoli; i nostri tempi hanno bisogno di cuori ardenti e spiriti vivi per non cedere alla tiepidezza!

Francesco Astiaso Garcia

 


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