La vita è un Soffio ma la bellezza è eterna


La vera grande sfida dell'umanità è quella di riuscire a vivere quello che abbiamo per non lamentarci poi che ci è sfuggito.

È essenziale accettare il tempo della maturazione, senza fretta né impazienza, lasciandosi plasmare dal suo ritmo per poter raccogliere e donare frutti. Affrettarsi significa rischiare di perdere la bellezza e l’unicità di ogni momento. 

Che importa se per un momento devi rallentare la tua attività? Come una molla compressa, accumulerai energia e, quando sarà il momento, balzerai più lontano di quanto avresti mai immaginato.


              Trittico "La vita è un Soffio ma la bellezza è eterna"










GIUBILEO degli ARTISTI

Dal 16 al 18 febbraio alla Sala del Senato alla Minerva e

Palazzo Maffei Marescotti ospiti illustri da tutta Italia




Tre giorni dedicati alle arti. Pittura, poesia, musica, fotografia, letteratura, scultura. Ma anche teatro, danza, video, iconografia. L’Unione Cattolica Artisti Italiani propone in occasione del Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura una “chiamata alle arti” da tutta Italia, proponendo un cartellone di eventi per approfondire il tema della speranza e della bellezza oggi. E lo fa chiamando autorevoli esponenti a raccontare la propria esperienza e con una particolare e selezionata esposizione.

Molto ricco il calendario degli eventi e molte le personalità invitate fuori programma. Alla sala del Senato in piazza della Minerva domenica 16 febbraio (h 16,00) sarà il soprano Ilaria della Bidia ad aprire con la sua voce le iniziative in un pomeriggio ricco di interventi ed eventi a cui interverranno, tra gli altri, mons. Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca, mons. Vincenzo De Gregorio dell’Ufficio Liturgico Nazionale. E poi ancora le poetesse Gioia Aloisi, Rita Pacilio, Silvana Fedi, Patrizia Bianconi, il pittore Fabio Cuffari, l’interprete teatrale Sara Petri. Spazio al progetto inclusione con la partecipazione di Elena Martinelli della Fondazione Catarsini di Lucca.

Il lunedì 17 e il martedì 18 le iniziative si spostano a Palazzo Maffei Mariscotti a Roma dove (con inizio alle ore 10,00) interverranno Patrizia Mesolella, Tullio Princigallo, Bruno Gandola, Chiara Menghini, Gaetano Battista Patuzzo, Silvia Gobbin, Annachiara Mazzocchi, Daniela Fornaro, Annamaria Grisi, Sergio Favotto, Rosa Liotto, Valerio P. Cremolini, Francesca Bettaccini, Simonetta Demuro, Stefano Sorrentino e Antonio Landolfi, Gabrio Vincentini, Federico Cinti, Pierluigi Tinti, Maurizio Grandi, Maurizio Gabbana, Auro Bernardi, Luigi Nicolini, Sonia Rossetti, Daniela Natali, Maria Fausta Pansera, Angela Mazzanti, Oriella Tivelli, Yasuko Ido, Paolo Castagnola,Maria Luperini, Christina Munns,  Anna De Angelis, Fabiola Giannecchini, Franco Crocco, Raffaele Darra, Giuseppe Andretta,  Federico Maddaluno, Giuliano Melzi, Maurizio Frisinghelli, Giuliana Pojer, Giuseppe Calliari, Aldo Spina, Gabriella Mignani, Luigi Iacone, Angela Valentini, Ilaria Marcotti, Manuela Ravaglioli, Chiara Sartori, Cristina e Lorenzo Bonanni, Sebastiàn Lopez Duràn, Renato Baldassari, Elena Martinelli, Yasuko Ido e venti bambini artisti “Progetto Giovani” coordinato da Anna Usova.

Un anno di lavoro che ha coinvolto tutta l’Italia nelle città e nei paesi dove l’Ucai ha una propria sede e un gruppo di artisti attivi. Tante le opere candidate e poi selezionate da una giuria nazionale composta da Yasuko Ido, Gioia Maria Aloisi, Fabio Cuffari, Giovanni Raffa, Gabriele Vicari, mons. Vincenzo Francia, don Luca Franceschini e provienienti da Parma, San Miniato, Milano, Albenga (Sv), Verona, Lucca, Viareggio, Bologna, Trento, Roma, Milano, Civitanova Marche, Genova, La Spezia, Benevento, Padova, Napoli” – spiega Maurizio Zerini, presidente dell’Unione Cattolica Artisti Italiani.

Ecco gli artisti che esporranno le proprie opere a Palazzo Maffei Marescotti alla mostra “La Speranza” il 17 e 18 febbraio (aperta a tutti, ingresso libero, h 10-18) con entrata da via della Pigna 13a. Pittura: Grisi Annamaria, Liotto Rosa, Mattei Paola, Mazzocchi Annachiara, Mesolella Patrizia, Pansera Maria Fausta, Rossetti Sonia, Tivelli Oriella, Vicentini Gabrio. Scultura: Bernardi Auro, Darra Raffaele, De Angelis Anna, Frisinghelli Maurizio, Gandola Bruno, Valentini Angela. Teatro e danza: Sara Petri, Sartori Chiara, Spina Aldo. Poesia: Andretta Giuseppe, Castagnola Paolo, Cinti Federico, Cremolini Valerio, Fedi Silvana, Fornaro Daniela, Gobbin Silvia, Ingallati Maria Luigia, Luperini Maria, Mazzanti Angela, Marcotti Ilaria, Pacilio Rita, Pojer Giuliana. Letteratura: Bettaccini Francesca, Bianconi Patrizia, Mignani Gabriella. Video: Calliari Giuseppe, Grandi Maurizio. Musica: Maddaluno Federico, Nicolini Luigi, Ravaglioli Manuela, Sorrentino Stefano (con Antonio Landolfi)

Iconografia: Melzi Giuliano, Menghini Chiara, Munns Christina, Natali Daniela. Fotografia: Demuro Simonetta, Iacone Luigi, Patuzzo Gaetano, Princigallo Tullio, Senatra Jeff, Tinti Pierluigi.

Insieme ad essi esporranno anche i pittori della casa circondariale di Lucca, le artiste della casa circondariale femminile di Rebibbia, gli “Artisti con disabilità” della Fondazione Catarsini di Lucca, i “bambini artisti” di Ladispoli, Roma.

Dal 19 febbraio la mostra si trasferirà nella adiacente Galleria La Pigna dove rimarranno in esposizione fino al 27 febbraio.

PER CRUCEM AD LUCEM

 Ai Pellegrini di Speranza - "Per Crucem ad Lucem" di Francesco Astiaso Garcia  La nostra speranza è immortale, la nostra speranza è Cristo che dice: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Nel mio disegno l’ombra della croce è un sole di giustizia e verità che squarciando le tenebre del mondo apre al pellegrino una via di bellezza e di speranza che passa per la croce ma ci mette in cammino verso la Risurrezione e la Vita Eterna: PER CRUCEM AD LUCEM



Gentili Signore e Signori

e (soprattutto) cari Amici,

 

nel salutarVi cordialmente, vorrei sommessamente proporre alla Vostra attenzione questo breve appunto su alcuni aspetti che, in misura maggiore o minore, ci interessano sotto vari punti di vista. Mi riferisco al rapporto che può instaurarsi (e di fatti, storicamente, molte volte si è instaurato) tra l’atto del credere e la capacità di agire in ambito culturale e specificamente artistico.

Forse non sarà inutile riportare alla nostra mente alcuni concetti interessanti in un tale contesto.

Anzitutto la fede. Come ben sappiamo, essa è un’esperienza: l’incontro con Gesù Cristo e l’accoglienza del suo invito a seguirlo. La teologia è la riflessione sulla fede, cioè lo studio di questa esperienza, allo scopo di conoscerla e di viverla in modo sempre più coerente.

La cultura, invece, è uno sguardo sull’uomo, sui suoi linguaggi, le sue istituzioni, le civiltà, le tradizioni, …, con lo scopo di rendersi consapevoli dei “valori” che nella realtà orientano il cammino di un gruppo sociale.

L’evangelizzazione è l’attività che la comunità cristiana svolge al fine di trasformare il mondo e la sua cultura alla luce del vangelo. Si svolge all’interno della comunità per animare la fede dei credenti (in questa fase si chiama pastorale) e all’esterno di essa (la missione ad gentes).

         E l’arte? Come rientra l’arte all’interno di questa rete di relazioni?

Partiamo da una constatazione universale: l’arte è un “fatto” che accompagna tutto il cammino dell’umanità. Probabilmente è impossibile tracciarne una definizione (Forse ognuno di noi ne ha una! Maurizio Fagiolo ha detto che «l’arte è tutto ciò che gli uomini chiamano arte»!); ma, generalmente, essa viene considerata: produzione del bello, cioè ricerca estetica; bene culturale, cioè testimonianza di un momento della storia; avvenimento di comunicazione: quest’ultimo concetto è il più ampio e il più utile nell’ottica della fede, dello studio teologico e dell’animazione culturale ed evangelizzatrice. L’arte, dunque, nel suo senso più ampio e diffuso è un’esperienza di comunicazione, cioè la trasmissione di un contenuto, di un messaggio.

La Chiesa è stata sempre consapevole di questo e, fin dalle sue origini, ha avuto un grande interesse verso l’arte come evento comunicativo, per questi principali motivi: la liturgia, che è comunicazione con Dio e con i fratelli; l’insegnamento: comunicazione di una dottrina, di una visione della realtà; la meditazione: comunicazione con la Parola di Dio; l’imitazione: «affinché, conoscendo Dio visibilmente, per amor suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili» (Prefazio della Messa di Natale).

Ciò vale per ogni tipo di arte: la poesia, la musica, la danza, l’arte figurativa, ecc. L’efficacia dell’arte è enorme e si iscrive profondamente nella nostra coscienza. Interessantissime queste parole di Divo Barsotti:

 

«Il mistero della bellezza! Finché la verità e il bene non sono divenuti bellezza, la verità e il bene sembrano rimanere in qualche modo estranei all’uomo, si impongono a lui dall’esterno; egli vi aderisce, ma non li possiede; esigono da lui una obbedienza che in qualche modo lo mortificano. Quando veramente abbia conseguito in un possesso pacifico e pieno la verità e il bene, allora ogni mortificazione viene meno, viene meno ogni sforzo; allora tutto l’essere suo, tutta la sua vita non sono che una testimonianza, una rivelazione della perfezione raggiunta. Questa testimonianza, questa rivelazione è precisamente la bellezza».

 

L’arte, in definitiva, contribuisce a formarci spiritualmente. La spiritualità è la vita secondo lo spirito. Lo spirito, a sua volta, è una dimensione dell’umano. Perciò ogni uomo, ateo o credente che sia, ha una sua espressione spirituale: basti pensare al grande sviluppo delle scienze e delle terapie legate alla psiche.

Ma nel pensiero giudaico-cristiano, lo spirito non è solo una dimensione umana bensì anche un’azione del divino: perciò si parla dello Spirito di Dio. Alcune filosofie e religioni propongono una visione non oppositiva ma comunionale tra materia e spirito: ad esempio, la filosofia di Aristotele e il cristianesimo. Anzi nel cristianesimo, in forza dell’incarnazione di Dio, questo rapporto tra spirito è materia è fortemente accentuato. Perciò nel cristianesimo la vita secondo lo S/spirito abbraccia tutta l’esperienza umana, anzi tutto l’universo.

La spiritualità cristiana, pertanto, è: una mentalità: vedere la vita e il mondo sotto l’azione dello Spirito di Dio, cioè condividere la mentalità di Gesù; uno stile di vita: condividere le scelte di Gesù; una concretizzazione storica: si parla, perciò, di spiritualità benedettina, francescana, domenicana, carmelitana, ecc., come pure di spiritualità laicale, a seconda del vissuto reale delle persone. Da ciò deriverà anche una comunicazione: si comunicano i valori spirituali, cioè tutte le realtà considerate in riferimento a Gesù.

L’arte e la religione sono destinate ad incontrarsi. Non è solo una constatazione storica, ma un dato intrinseco a queste due esperienze, fin dentro ai loro “cromosomi”. Infatti sia l’arte sia la religione manifestano nel loro statuto la condizione dell’alterità: l’arte è linguaggio “altro” dalla banale comunicazione quotidiana; la religione è rapporto con una realtà che è “altra” per definizione, il “Totalmente Altro, il Semper Maius”.

Questa caratteristica conduce l’arte e la religione a incontrarsi ad un livello di profondità dell’essere stesso della persona umana, come ricerca di una pienezza.

Arte e religione appartengono a quella serie di eventi di cui “non c’è bisogno”. Sono esperienze di gratuità, di grazia, di dono: non propongono nulla di nuovo sul piano utilitaristico, ma propongono un senso a tutte le cose e rivelano un cammino per l’uomo.

Il Giubileo della Speranza 2025 è un’occasione propizia per intraprendere tale cammino o per riprenderlo, se per caso ci siamo stancamente attardati o l’abbiamo per qualche motivo interrotto: affinché l’arte si realizzi come trascendenza dell’espressione e la religione come trascendenza della realtà.

Grazie della Vostra gentile disponibilità e auguri a tutti.

Vincenzo Francia

BETLEMME 2024

Mi fa piacere condividere una breve composizione musicale che ho scritto quest'anno per Natale, eseguita con arte e profondità dal maestro e amico Mark Farrugia. 

Anche di fronte alla tragica realtà di una sempre rinnovata strage degli innocenti, la luce di Cristo continua a brillare, portando speranza e conforto nelle tenebre del mondo:




#ReactionForHumanity


Ieri abbiamo portato a modo stendardo, per le vie e le piazze del centro di Roma un mio dipinto di tre metri, rappresentante un’immagine tanto potente quanto drammatica: una bomba atomica che colpisce la carrozzina di un neonato, generando in cielo una stella cometa in stile cartolina natalizia. Sopra l’immagine, la scritta provocatoria Merry Christmas e l’hashtag #ReactionForHumanity.
La quasi totalità delle fotografie sono state scattate dal grande fotografo e amico Carlo Paluzzi
Una riflessione sui cosiddetti danni collaterali. COLLATERAL DAMAGE: loc. sost. m. inv - Il complesso delle vittime civili e dei danni inflitti a obiettivi non militari.
La performance #Reaction For Humanity, non è solo una manifestazione artistica, è un grido d'allarme in un momento critico della nostra storia, un'azione intrapresa per richiamare al rispetto dell’inviolabile dignità umana di ciascuno, al di là di ogni identità, appartenenze o fede. Una re-azione quindi assolutamente pacifica, apolitica e slegata da qualsivoglia credo o ideologia.
Di fronte ad una sempre rinnovata STRAGE DEGLI INNOCENTI, come artista, sento che non possiamo più limitarci ad esprimere il dissenso dentro le mura di musei o gallerie. Abbiamo taciuto abbastanza. A forza di silenzio, il mondo rischia di marcire, e oggi più che mai è necessario RE-AGIRE !
La carrozzina e la bomba rappresentano le due facce dell’umanità: quella generativa e quella distruttiva, facendosi specchio dei drammatici tempi che stiamo vivendo; un richiamo universale alla responsabilità condivisa, specie in un periodo come quello natalizio, simbolo per eccellenza di speranza e rinascita.
Come mai qualcuno continua a dare qualche spiegazione alla guerra, come se questa potesse essere giustificata per qualche motivo? Missili che colpiscono bambini, missili mirati che colpiscono bambini che necessitano cure oncologiche...giovani malati di cancro stanno ricevendo le loro cure all'esterno degli ospedali.
La cultura e l'arte sono le nostre armi contro la bruttezza della guerra e dell'occupazione: SENZA SOGNI, SENZA PENSIERO, SENZA POESIA LA REALTA' DIVENTA INSOSTENIBILE.
Unisciti a noi con l'hastag #ReactionForHumanity














































Cosa significa Vivere la Vita come un'Opera d'Arte

 

CUORI UNITI: una storia tutta da scrivere

Ho scritto la bozza di un racconto di speranza e di pace,
è solo il canovaccio di una storia tutta da scrivere e da vivere.
Chissà...magari mi contatterà un regista per farci un film,
o in alternativa potrei scriverci un romanzo...Chissà, voi che dite?



"L'unico vero realista è il visionario" Federico Fellini


La storia inizia con la descrizione della quotidianità di un giovane russo di nome Alexei, che vive in una piccola città vicino al confine con l'Ucraina. Nonostante le tensioni politiche, ha sempre creduto nella pace e nell'unità tra i popoli, esprimendo le sue convinzioni, anche attraverso la poesia. Dai più è considerato un sognatore idealista, incapace di fare i conti con la realtà.

Dall'altra parte del confine, c'è Taras, un giovane ucraino appassionato di musica, che soffre di una grave malattia cardiaca. La sua unica speranza di sopravvivenza è un trapianto di cuore.

Malauguratamente, Alexei muore in un incidente d'auto, i suoi genitori, conoscendo i valori di loro figlio, decidono di donare il suo cuore oltre confine, nonostante la resistenza agguerrita della sorella Irina, che interpreta il gesto come un tradimento della patria. Il trapianto avviene con successo, e Taras inizia a recuperare. Mentre si riprende, scopre la storia di Alexei e inizia a sentire un legame profondo con il suo donatore. Decide di incontrare la famiglia di Alexei per ringraziarli personalmente. Taras intraprende allora un pericoloso viaggio che lo porterà a scoprire verità scomode dietro al drammatico conflitto in corso.

Il giovane Ucraino raggiunge la Russia profondamente cambiato; il rapporto tra Taras e la famiglia di Alexei si sviluppa lentamente, con momenti di incomprensione e riconciliazione che mostrano un processo di guarigione e costruzione della fiducia. La storia potrebbe esplorare le reazioni delle comunità intorno ai due giovani e come questo gesto di altruismo influisce sulle relazioni tra le persone di entrambi i paesi, dimostrando che inimicizia e pregiudizio possono essere superati attraverso atti di amore e solidarietà.

Il romanzo, potrebbe finire con un grande concerto di beneficenza organizzato da Taras nella sua città natale in forma clandestina, per raccogliere fondi per le vittime del conflitto e promuovere la pace tra le due nazioni. Nonostante la ferma opposizione delle autorità locali, la notizia del concerto intitolato "Cuori Uniti" si diffonde rapidamente sui social, attirando l'attenzione internazionale e raccogliendo adesioni tanto tra gli Ucraini quanto tra i Russi. 

Durante il concerto, Taras, racconta la sua storia al pubblico e suona una canzone speciale dedicata ad Alexei, una canzone ispirata ad una delle sue poesie.  Alla fine della serata, Taras e i genitori di Alexei salgono sul palco insieme, dimostrando che, nonostante tutto, la pace e la riconciliazione sono possibili. Il pubblico commosso, si unisce in un applauso di solidarietà, interrotto bruscamente dal suono delle sirene che annunciano l'ennesimo bombardamento, disperdendo freneticamente la folla, senza dissolvere però il messaggio di speranza donato da Taras ed Alexei: E' più realistico costruire la pace che pensare di eliminare l'altro.

Francesco Astiaso Garcia