Calcutta, Agosto 2002, da una pagina di Diario:
Il giorno del nostro arrivo a Calcutta, la “Città della Gioia” accolse me e
mio fratello con una triste notizia: nonno stava morendo.
La notizia ci raggiunse per messaggio non appena scesi dal treno.
Abbiamo cercato disperatamente tutte le agenzie di viaggio di Calcutta per
poter cambiare il nostro biglietto aereo e tornare a Roma il più rapidamente
possibile ma non c'è stato modo!
L’unica possibilità sarebbe stata quella di comprare un nuovo biglietto, ma non avevamo abbastanza soldi! Ci siamo rassegnati e lo sconforto ha avuto la meglio.
Come se non bastasse, mio fratello Davide si è ferito accidentalmente sul viso
con lo sportello arrugginito di un taxi (risciò) e per fare il vaccino
dell'antitetanica ci hanno portati in una sorta di “ambulatorio medico” sul
retro di un negozietto alimentari dove lo stesso cassiere, improvvisandosi
infermiere, gli ha fatto l’iniezione.
Abbiamo realizzato troppo tardi che l’ago utilizzato per il vaccino non era
stato sterilizzato e questo poteva costituire un serio problema! Mio fratello
poteva aver preso l’AIDS, siamo rimasti sconvolti per il resto della giornata.
Era pesante la tristezza, la paura e il senso di impotenza, così, dopo una
breve passeggiata per i bassi fondi della baraccopoli di Calcutta, storditi da
odori che non proverò neppure a descrivere, ci siamo seduti su una pietra a
suonare la chitarra per non pensare; Fu allora che tutte le risorse della
“Città della Gioia” accorsero in nostro aiuto. Poco a poco si avvicinarono
bambini e bambine, ragazzi e ragazze, signori di ogni età; provarono a
comunicare con noi, ci fecero capire con sorrisi e cortese affabilità che
avevano piacere che suonassimo e cantassimo per loro.
Non abbiamo potuto fare altro che accontentarli. Dopo di noi e con noi tutti
cantavano, tutti ballavano! Nel corso di qualche ora quella periferia di
fango e spazzatura si trasformò in una festa piena di gente felice, la nostra
tristezza in una profonda gioia condivisa e le ore più dure di quel viaggio in
una giornata che non ho mai più dimenticato: La felicità è contagiosa!
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