C’era un fortissimo vento e le nuvole correvano veloci.
Vicino a noi erano ammucchiate delle sedie, ricoperte da un grande lenzuolo di plastica.
Un’ intensa raffica di vento gonfiò il lenzuolo e liberandolo in parte dalla corda, cominciò a farlo volteggiare con la grazia della gonna di una ballerina andalusa.
Siamo rimasti a guardarlo ammirati dall’eleganza e dalla varietà dei movimenti così imprevedibili e diversi, non se ne ripeteva uno.
Poi ci siamo avvicinati e fu allora che scattai le prime foto sul Velo di Maya...
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