(Copia della lettera inviata ai miei genitori)
New York 4 Settembre 2010
Carissimi mamma e
papà,
ho provato a
chiamarvi più di quattro volte ma non sono riuscito a prendere la linea!
Il tempo vola ed io ho difficoltà a stare al passo con la mia vita.
Il tempo vola ed io ho difficoltà a stare al passo con la mia vita.
Gli ultimi giorni in Niacaragua sono stati particolarmente intensi.
Poco prima di partire sono stato in un posto impressionante,
lo chiamano il "basurero" o
la "churreca".
Ne avevo sentito parlare e da un mese stavo cercando qualcuno che mi ci portasse per vedere con i miei occhi una realtà che descrivono terribile e spaventosa per povertà e miseria.
Fino a qualche giorno fa nessuno aveva voluto però accompagnarmi, tutti dicevano lo stesso :
“Ma tu sei matto,ho paura, e' un posto orribile, è molto pericoloso!"
Finche' ho conosciuto il Vicario della cattedrale di Managua,
un uomo giovane, pieno di entusiasmo e di zelo.
Ho chiesto anche a
lui di portarmi al basurero e lui ha accettato!
Il basurero è
una zona periferica di Managua dove finiscono le case ed iniziano chilometridi
montagne di spazzatura e di rifiuti di ogni genere.
Tra la spazzatura vivono migliaia di persone, uomini e donne, vecchi e bambini...abitano case di cartone, si vestono con quello che trovano e mangiano scarti e rifiuti.
Appena entrato il primo impatto è stato terribile, l'odore nauseante di spazzatura e carogna mi ha invaso penetrando dentro di me fino alle viscere!
La cosa più
scioccante è stato scoprire la presenza di tanti bambini anche molto piccoli che vivono in
condizioni disumane con problemi di parassiti e malattie della pelle.
Ovunque c’erano
cani randagi, corvi, avvoltoi e uccelli rapaci che schiamazzando giravano in cerca di cibo, cadaveri o carcasse.
Non riesco a levarmi dalla testa l’immagine di un avvoltoio che si contendeva un brandello di cibo
con una bambina della Churreca.
Visitare il basurero è stato come tornare in India al lebbrosario della Città della Gioia, dove la povertà umana è così grande da farci dimenticare di noi stessi, almeno fichè si è li!
Visitare il basurero è stato come tornare in India al lebbrosario della Città della Gioia, dove la povertà umana è così grande da farci dimenticare di noi stessi, almeno fichè si è li!
Senza la fede non solo non è
possibile trovare nessuna spiegazione alla sofferenza di quelle persone ma veramente verrebbe voglia di fare la rivoluzione.
Quanto
effettivamente ce ne importa della sofferenza di quei bambini innocenti?
Che importanza può avere l'arte di fronte a tutto questo...Dopo aver visto questo posto non e' facile ritornare a vivere la mia vita come niente fosse.
Che importanza può avere l'arte di fronte a tutto questo...Dopo aver visto questo posto non e' facile ritornare a vivere la mia vita come niente fosse.
L'unica cosa che so è che non voglio dimenticare questa esperienza, non voglio vivere come un cretino, egoista e superficiale che pensa solo a godersela e a passarsela bene.
Mi hanno insegnato
una canzone in America Latina che dice:
"Solo le pido a Dios
que el dolor no me
sea indifferente,
que la reseca
muerte no me encuentre vacìo y solo sin haber hecho lo sufficiente"
(A Dio chiedo soltanto
che il dolore non mi sia indifferente,
che l’arida morte non mi colga
vuoto e solo, senza aver fatto abbastanza.)…mi piace cantarla per non dimenticare.
Ora sono ancora a New York, stiamo lavorando a questo nuovo affresco nell’Aula Magna del Seminario.
Passare a distanza di pochi giorni dai
cartoni del Basurero ai grattacieli di acciaio e cristallo di Manhattan è stato destabilizzante.
Il nostro è un
pazzo mondo, difficile da capire!
Presto tornerò finalmente a Roma.
Sono già più di tre
mesi che sono lontano dall’ Italia,
voi come state, e i
fratelli, e i nipotini?
Vorrei avere vostre
notizie, domani proverò ancora a chiamarvi, mi mancate tanto!
Vi abbraccio forte
Francesco
(In quella circostanza ho preferito non scattare neppure una foto, queste sono immagini che ho scaricato da internet cercando su Google "basurero Managua")
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