I poteri forti condizionano le masse con un duplice fine il
consumo e il consenso. E gli artisti oggi che fanno? per lo più si adeguano.
Oggi più di ieri dobbiamo riflettere sulle parole del
filosofo tedesco Josef Pieper: "E' possibile evitare che l'uomo si
converta in un consumatore totalmente passivo di articoli prodotti in massa, in
un discepolo docile e sottomesso di fronte a qualsiasi slogan strombazzato dai
dirigenti e dai potenti della nostra società?".
In arte come in politica dobbiamo fuggire l'errore di
pensare che la più alta ricompensa sia il consenso. Non possiamo continuare a
strizzare l'occhio al pubblico sempre preoccupati su cosa dire e cosa fare per cavalcare
l'onda del momento, e illuderci di continuare ad essere artisti!
L'artista oggi, spesso e volentieri, non combatte i
pregiudizi per affermare un ideale autentico, ma si disinteressa degli altri
per affermare se stesso, per giunta secondo gli standard della società dei
consumi in cui vive.
L'onore non coincide con la reputazione; l'onore dipende
dalle virtù della persona, non da quello che pensano gli altri. La nostra
società senza onore, è basata sulla reputazione; Indossare pantaloni firmati
Armani, appendere nel proprio salone un Dalì e bere Chardonnay per molti è più
importante di vestire bene, arredare la casa con gusto e godersi un buon vino. Mi
tornano spesso in mente le parole di Karl Popper: "Abbiamo bisogno di
un'etica che disprezzi il successo".
Chi è l'artista nel nostro immaginario collettivo? L'artista
è colui che esce dagli schemi, colui che sa liberarsi da peso della cultura
dominante, che sa vivere in proprio rompendo con tutte le convenzioni, le
ipocrisie, le gabbie di normalità che gravano come macigni su tutte le società.
Quali sono allora, mi chiedo, gli schemi che oggi devo rompere, quali le
convenzioni e le gabbie di normalità da cui mi devo affrancare per rimanere
libero come artista?
Sto leggendo l'ultimo libro di Tzvetan Todorov, critico
letterario e storico di origini bulgare, che s'intitola "L'arte nella
tempesta" o nella versione francese "iI trionfo dell'artista".
Il libro affronta la vicenda degli artisti russi all'epoca della rivoluzione
d'Ottobre.
Scrive Todorov: "I detentori del potere sono capaci di
annientare quelli che vogliono sottomettere, ma non hanno alcuna presa sui
valori estetici, etici, spirituali, provenienti dalle opere prodotte da questi
artisti...Senza queste opere l'umanità non potrebbe sopravvivere, nè allora nè
oggi. E' qui il trionfo dei fragili eroi del nostro racconto".
Valori estetici, etici e spirituali senza i quali l'umanità
non potrebbe sopravvivere; da qui vorrei ripartissimo, dalla bellezza
attraverso la quale il mondo si salva, affermiamo ed amiamo la bellezza, in essa
s'incarna il senso della vita che non perisce, si tratta di salvare l'umano
nell'uomo, di salvare il senso stesso della vita umana contro il caos e
l'assurdo.
Voglio concludere ancora con le parole di Josef Pieper:
"Come può l'uomo preservare il fondamento della sua
dimensione spirituale? Coloro che non sono capaci di vedere la realtà con i
propri occhi, sono allo stesso modo incapaci
di ascoltare in una forma corretta.
Cosa possiamo dunque proporre al riguardo? Una visione più
profonda e recettiva, una coscienza più intensa, una comprensione più acuta e
perspicace, un'apertura maggiormente paziente verso le realtà silenziose e
discrete, un nuovo sguardo verso ciò che prima si trascurava...affinchè l'uomo
aumenti la sua capacità di vedere, per arrivare a percepire con occhi nuovi
l'abbondante ricchezza di tutta la realtà visibile".
AUTORITRATTO |
Sono d'accordo la via che porta alla piena realizzazione dell'uomo passa attraverso un'attenta elibera da condizionamenti visione della realtà
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